Francesca Patitucci, poetessa di origini calabrese premiata anche a Pescara.
Il 21 settembre la poetessa Francesca Patitucci ha avuto l’onore di essere premiata in terra abruzzese, terra del Vate, Gabriele D’Annunzio, in occasione della serata di Premiazione del prestigioso Concorso Letterario “Terra dei padri”. Il premio, legato al centenario della morte di Eleonora Duse, alla IV edizione - La Divina e il Vate nella recita del sogno - ha visto Vincitrice della 1 posto l’autrice con la lirica “Quando un amore...”.
“Sebbene abbia ricevuto tantissimi rilevanti premi in questi anni, è stato davvero un grande onore ricevere tale riconoscimento, in un contesto di grande spessore letterario e culturale, tra tanti talentuosi partecipanti. Quando partecipo a un Concorso poetico mi metto in gioco sempre come fosse la prima volta, nulla è scontato, non è il premio in sé che mi alletta ma tutto ciò che ruota intorno: scambio culturale,
condivisione, amicizia, arricchimento interiore. Scrivere a tema non è semplice ma osare è l’obiettivo che muove la penna, il risultato è un’incognita di cui sono consapevole. La lirica deve contenere in pochi versi un
contenuto che segua un filo logico e, in questo caso, doveva esprimere il travagliato rapporto amoroso tra i due protagonisti, in un contesto storico preciso che trapela tra le righe. Mi accade che mentre scrivo non so mai dove vado a finire, le parole sgorgano autonomamente, e questo è un dato di fatto; se ciò non accadesse, probabilmente, non riuscirei a scrivere nulla.
Da qualche anno sono ideatrice e Presidente di un Concorso Letterario che ha come obiettivo il senso della appartenenza alle origini, per cui ho potuto constatare quanto sia per me gratificante, al pari di ricevere, donare un riconoscimento. Ritornando al Premio ricevuto in questo Concorso posso solo dire che l’emozione e la gioia è stata tanta per cui ringrazio di cuore il Presidente dello stesso e del Centro Studi e ricerche Francesco Grisi, l'illustre professore Pierfranco Bruni, un mio conterraneo di cui sono orgogliosa per quanto fa in nome dell’arte e della letteratura. Il mio plauso va anche al Presidente dell’associazione “Terra dei Padri” Franca De Santis e alla pregiatissima giuria per aver valutato in maniera più che positiva il mio scritto. Scrivere è un’esigenza personale, innanzitutto, poi per chi avrà voglia di leggere e apprezzare frammenti d’anima vergati sul foglio della passione.
Si chiama amore di poesia.
( La poesia vincitrice del concorso)
QUANDO L’AMORE...
(dedicata a D'Annunzio e E. Duse)
Grande scalpore e ovazioni a struggente
amor... travagliato
nella luce del fiorentino nido.
Lei che brama stille d’amore assoluto
mentre lui ne fa musa a estetica ispirazione.
Tra un volteggio d’amanti e prole
in altre terre, egli non disdegna vanità
d'incondizionato fiato.
Eleonora, regina tra tutte, a lambire
il vacuo ego in passione.
La sua Ermione è il valore obliato
e lui, come Oreste, prigioniero
d’un mondo a vanagloria artefatto.
Il Vate seducente al sol suo sguardo
indugia tra le fronde del Pineto
e la pioggia... a diventar tutt’uno
nella smania incalzante...
Entra ed esce al ritorno, sì intimo
di soave, umido e beato scrosciar
e la sua amata freme nel canto melodioso
d’amor riconosciuto.
Ma d’amor ci s’illude nel tempo che
non guada il passo
se non quando la favola, ormai spezzata
al desio di rinascita
vorrebbe piegarsi e aggrapparsi.
E tra i cunicoli dell’anima, oscuri e imperfetti
scorre del Vate e di Ermione il travagliato
idillio che scolora ai giorni...
troppo in là andati.
In fondo, la bellezza è un fiore
ch’appassisce a ingordigia
a fugaci istanti strozzati
alle briciole elargite
a chi ha fame del puro sentimento...
...e l’epilogo sarà colmo a ciò che abbiam seminato.
Quando un amore è... dopo averlo perduto.
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