Saturno Magazine, Articolo: ARON RALSTON - JOE SIMPSON E SIMON YATES

ARON RALSTON - JOE SIMPSON E SIMON YATES

Per la rubrica STORIE VERE, abbiamo deciso di raccontarvi ben 2 storie vere, storie di persone che sono sopravvissute a condizioni estreme, restando in bilico tra la vita e la morte. Questi racconti di straordinaria resistenza umana e lotta contro il destino hanno ispirato milioni di persone in tutto il mondo.

1. ARON RALSTON: SOPRAVVIVENZA NEL CANYON

Aron Ralston è diventato famoso per la sua incredibile storia di sopravvivenza nel 2003, quando rimase intrappolato per 127 ore in un canyon dello Utah, negli Stati Uniti. Ralston, un ingegnere meccanico e appassionato di escursionismo, stava esplorando il Blue John Canyon da solo, quando una roccia di circa 360 kg si staccò dalla parete e schiacciò il suo braccio destro contro la roccia del canyon.

Ralston era completamente solo, senza possibilità di contattare qualcuno per chiedere aiuto, e senza alcuna speranza immediata di essere trovato. Durante i cinque giorni e mezzo che seguirono, combatté contro il freddo, la disidratazione e lo shock. Tentò più volte di spostare la roccia, ma tutti i suoi sforzi furono vani.

Arrivato alla disperazione, Aron prese la decisione più estrema: amputare il proprio braccio per liberarsi. Con un coltellino multiuso poco affilato, riuscì a tagliarsi il braccio e a liberarsi. Dopo essersi liberato, Ralston scese dal canyon e camminò per circa 13 chilometri prima di essere soccorso da un elicottero di ricerca.

La sua storia divenne il soggetto del film 127 ore del 2010, diretto da Danny Boyle. Ralston è oggi un oratore motivazionale e un autore di libri, raccontando la sua esperienza di sopravvivenza e resilienza.

2. JOE SIMPSON E SIMON YATES: SOPRAVVIVENZA SULLE ANDE

La seconda storia riguarda Joe Simpson e Simon Yates, due alpinisti britannici che nel 1985 affrontarono una delle più drammatiche esperienze di sopravvivenza in alta montagna, sulle Ande peruviane. I due avevano pianificato di scalare il Siula Grande, una montagna di oltre 6.000 metri, seguendo una via mai percorsa prima. L'impresa si rivelò subito molto difficile e pericolosa, ma il vero dramma si consumò durante la discesa.

Mentre scendevano dalla vetta, Joe Simpson scivolò e si ruppe una gamba. L'infortunio lo rese incapace di camminare autonomamente, e Simon Yates si trovò costretto a calarlo lungo la montagna con una corda. Le condizioni meteorologiche peggioravano, e a un certo punto, Yates perse il controllo di Simpson, che finì sospeso nel vuoto. Simon, disperato e convinto che il suo compagno fosse morto, decise di tagliare la corda per salvare sé stesso.

Incredibilmente, Joe Simpson sopravvisse alla caduta, anche se precipitò in un crepaccio glaciale. Ferito gravemente e isolato, Simpson riuscì a trovare una via d'uscita dal ghiaccio e, con forza di volontà e resistenza fisica straordinarie, si trascinò per tre giorni fino al campo base, dove Yates lo stava attendendo, incredulo di trovarlo ancora vivo.

Questa vicenda divenne famosa grazie al libro di Joe Simpson La morte sospesa, che fu poi trasformato in un docudrama omonimo nel 2003. La storia di Simpson e Yates è un simbolo del coraggio umano di fronte all'estremo e della complessità morale di dover prendere decisioni che possono mettere a rischio la vita degli altri.

Entrambe queste storie sono testimonianze di come la determinazione e il desiderio di sopravvivere possano prevalere anche nelle circostanze più disperate. Aron Ralston, Joe Simpson e Simon Yates ci hanno insegnato che la sopravvivenza non è solo una questione di forza fisica, ma anche mentale: una lotta contro la paura, la solitudine e il dolore. Questi episodi rimangono icone di ispirazione per tutti coloro che affrontano momenti di crisi, ricordandoci che il potere della volontà umana non ha limiti.

 

Mettiti in contatto

Fondato da: Francesca Gallello

saturno.magazine@libero.it

(+39) Francesca 3383684998

© 12-2024 Design by Artvision.
All Rights Reserved.