FRANCESCA PATITUCCI
CICLO POETICO DA FRANCESCA PATITUCCI
Scrive da diversi anni, soprattutto poesia. Docente di lingue e culture straniere. Paroliere per brani musicali. Ha pubblicato due raccolte di poesie e brevi racconti, la terza silloge in itinere e una quarta in collaborazione a un altro autore sui mali sociali espressi attraverso narrativa e poesia.
Recensisce libri; editor di raccolte poetiche; giurata e Presidente in Concorsi Letterari/Artistici. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti rilevanti in concorsi nazionali e internazionali, anche in lingua inglese.
Quest’anno ha ricevuto il Premio alla cultura” Urban Festival 2024”.
Presente in varie antologie poetiche, riviste mensili e quotidiani. Membro di alcune Associazioni Culturali e Presidente dell’Associazione letteraria, culturale e artistica “Incontri diVersi”.
Ideatrice e Presidente di un Concorso Letterario Artistico Internazionale alla II Edizione nella sua terra, in Calabria.
Collabora con artisti promuovendo il connubio tra pittura e poesia. Scrive su una rivista in uscita bimestrale, “Agire Sociale”; scrive articoli mensili sulla rivista on line #noiqui; Amministratore di un gruppo letterario on line, gestisce laboratori a carattere poetico e letterario, trattando temi di interesse sociale.
ALL ’IMPETO ARRESO
Oggi il desio di stringer tra le mie
mani affetti andati
ho voglia di mordere il fiato
che esplorava alcove taciute.
Ho voglia di vita che si sgretola
tra le dita… a questo stanco passo.
Odor d’amore mi assale
al fremito che scuote il vento
e fronde ingiallite.
E il respiro tracciato nel cielo
d’azzurro vestito
sfoglia l’anima mia
come crisalide diviene farfalla
e scava, scava… fino alla resa
della me più nascosta
al sole tiepido di questo tempo.
E trovo roccia e sogni ancor vergini
dal pianto asciugati
a infilarsi come cristalli
nelle pieghe più amare
per dar voce all’io, quello che sa
di miele, che si libra oltre le siepi
al cemento piegate.
Questo fiato profuma ancor di terra
che ne vuole ancora e
alle membra genuflesse non s’arrende.
Ho tanta strada da fare, semino gemme
affinché risorgano i miei tulipani
nella primavera che scalpita
in petto ed io… ritorno a me…
all’impeto arreso.
AERE D ’AUTUNNO
Il vento ha ripreso a
mugghiare, mentre il volo
d'uccelli smarriti preannuncia
l’imminente esilio.
Le foglie d’ulivi appesantiti
cadono su terra umida
attendendo il trapasso.
La rigogliosa estate ha perso
il passo
ed io vago in riverbero
nel foliage di questo malinconico
aere d'autunno.
È una sottana suadente
di trine e merletti
che veste il mio corpo
a tramutare
lontane sinfonie che affiorano
di fronte a una luna sfacciata
a salutare intimi sospiri, solo miei.
E su questo papiro
indulgente
imprimo armonie ambrate
carezzevoli, lontane dal baccano
che fende l’impenetrabile…
Imponderabile ragnatela che
si squarcia al brindisi
d’un mosto in fermento…
…Vino sarà
d’altri tempi andati
sulla via della seta e di brina.
Metto a riposo i pensieri
e la luna si congeda
dietro la montagna.
Attendo i frutti, di noci e di bacche
riempio il mio sole sbiadito.
E IO RINASCO
Le carni e il cuore dilaniati
da marcio potere
non sopprimeranno la forza
vitale che m'assale
ogni volta che l'odio
mi schianta…
Sarò primula in fiore
dei giorni del peccato
a rifiorire nella sterpaglie
del caos più bieco e malvagio.
E mille volte cadrò
e mille volte mi rialzerò…
per me e in nome
dell’amore intrappolato
nelle arterie assetate
di nuova linfa
ora senza verbo e pianto
ma pulsanti più che mai
nei flutti rigurgitanti di
gioiosa speme…
incessantemente.
Mentre io rinasco.