Saturno Magazine, Articolo: IRMA KURTI

IRMA KURTI

 

IRMA KURTI è una poetessa, scrittrice, paroliera, giornalista e traduttrice albanese naturalizzata italiana. Ha vinto premi e riconoscimenti in Italia, nella Svizzera italiana, negli USA, nelle Filippine, in Libano e Cina. Le è stato conferito il Premio Internazionale “Universum Donna” IX Edizione 2013 per la Letteratura e la nomina a vita di “Ambasciatrice di Pace” dall’Università della Pace della Svizzera Italiana.

Nel 2020 ha ricevuto il titolo di Accademico e Presidente Onorario di WikiPoesia, l’enciclopedia poetica. Nel 2021 le è stato conferito il premio “Liria” (Libertà) dalla Comunità Arbëreshë in Italia. Nel 2022 ha ricevuto la nomina dell’Ambasciatore dell’Albania del Premio Accademico Internazionale di Letteratura Contemporanea Seneca dall’Accademia delle Arti e delle Scienze filosofiche di Bari. Nello stesso anno viene insignita del titolo di Madre Fondatrice e Dama dell’Ordine di Dante Alighieri della Repubblica dei Poeti. Nel 2023 le è stato conferito il “Premio alla Carriera” dall’Universum Academy Switzerland in Svizzera. Inoltre, ha vinto il prestigioso Naji Naaman’s literary prize in Libano.

È membro di giuria di diversi concorsi letterali in Italia. È traduttrice presso la Fondazione Ithaca in Spagna.

Ha pubblicato 29 libri in lingua albanese, 25 in italiano, 15 in inglese e 2 in francese. Ha tradotto 20 libri di poesia e narrativa di diversi autori, oltre a tutte le sue opere edite in italiano e inglese.

Irma Kurti è una delle poetesse albanesi più tradotte e pubblicate in diversi stati del mondo. I suoi libri sono tradotti e pubblicati in 16 paesi.

 

 

 

Quando ha iniziato a scrivere?

 

Ho scoperto la magia della poesia quando avevo 10 anni. In quel periodo i miei genitori mi iscrissero al circolo letterario della Casa dei Pionieri della mia città natale a Elbasan (Albania). In un'aula, senza riscaldamento, con una luce fioca e debole è cresciuta la mia passione. Ci andavo tre volte alla settimana, ma ricordo come se fosse ieri il mio posto, il nome del mio professore (Hyjni Ceka), gli altri bambini davanti ai quali declamavo con una voce tremante i miei primi versi. Lì ho ricevuto le prime lezioni di poesia, sentendone nel profondo dell'anima la potenza e l'incanto. Il mio cuore era pieno di gioia e di sogni.

 

C’è stato qualcuno che l’ha sostenuta nel suo percorso letterario?

 

I miei genitori Hasan Kurti e Sherife Mezini Kurti hanno avuto un ruolo fondamentale nel mio percorso letterario. Mio padre bussava, con le mie poesie in mano, alle porte dei giornali e delle riviste; lui mi incitava tutti i giorni a proseguire il mio viaggio letterario, nonostante gli ostacoli. Mi suggeriva spesso dei temi per le mie poesie, che io annotavo e alcuni di essi sono diventati splendide liriche di alcune delle mie canzoni di successo. Con il passare degli anni, mio padre è diventato il mio miglior critico; discutevamo per ore di letteratura in generale, ma anche dei miei piani e progetti. Mia madre era la mia migliore amica. La sua vicinanza e il suo ottimismo mi hanno dato la forza e l’entusiasmo di andare avanti; lei mi insegnava a godere gli istanti, a scorgere la luce nei momenti bui e a non soffrire nella realtà soffocante del mio Paese. Non scambierei con nessuna ricchezza al mondo quelle lunghe serate invernali nel nostro piccolo appartamento di Tirana, quando mancava la corrente e il freddo cercava di congelare le nostre parole. Ho condiviso con la mamma la tristezza, ma soprattutto i miei sogni per una vita migliore. Ringrazierò per sempre i miei genitori per aver creduto in me, per aver innaffiato e custodito quel fiore fragile e delicato nella mia anima che, senza le loro cure, si sarebbe affievolito molto presto. Tutti i miei libri in varie lingue del mondo sono dedicati a loro due.

 

È stata una decisione difficile lasciare il suo Paese ed emigrare in Italia?

 

Sono emigrata in Italia nel 2006. In quel periodo i miei erano in Italia dalle mie sorelle. Fu allora che la situazione di salute di mia madre si rivelò improvvisamente grave. Così ho abbandonato il mio lavoro e sono andata in Italia per starle vicino e condividere con lei i momenti più difficili della sua esistenza. Ma nel frattempo, avevo già iniziato il processo di ottenere il permesso di soggiorno in Italia. Era una decisione difficile, ma inevitabile. Avevo provato a stabilirmi in Italia due volte: la prima volta nel 1999 e l’altra nel 2002, ma senza successo. Tornavo sempre nel mio Paese, perché mi mancavano i miei genitori, gli amici, il mio lavoro, persino i ricordi. Ma in Albania non ero felice, vivevo sempre divisa in due: una parte di me desiderava attraversare il mare - là dove le luci e il resto parlavano di un mistero bellissimo, irraggiungibile, invitante, da esplorare - e l'altra parte amava la mia terra. Quando ero al di là del mare, nella terra dei sogni, in Italia, sentivo che l'altra metà non mi lasciava in pace. L'idea di venire in Italia mi ha accompagnato in ogni passo e l'Italia è diventata un sogno che dovevo realizzare.

 

Perché ha lasciato il suo Paese?

Lavorare come giornalista in diversi giornali in Albania mi aveva dato l'opportunità di viaggiare in tutto il mondo e ovviamente anche in Italia. Adoravo questo Paese non solo per la sua bellezza, la sua lingua e la sua cultura, ma anche per il fatto che le mie sorelle vivevano lì... Quindi c'era sempre una porta aperta per me. Non ho lasciato il mio Paese per motivi economici. In generale, ho fatto un lavoro che mi piaceva (anche se ho dovuto cambiarlo più volte nel corso degli anni), ma non ero comunque soddisfatta. Non mi sentivo realizzata come poetessa, nonostante la mia grande passione e dedizione. La mentalità maschilista che prevaleva in Albania, le difficoltà pratiche nel confrontarsi con una simile realtà, la politica dei clan, dei favori e dei favoritismi, in ogni settore della vita, includendo l'arte e la letteratura, mi facevano sentire triste, delusa ed esclusa.

 

Era conosciuta come poetessa prima di emigrare in Italia?

Prima degli anni Novanta, avevo pubblicato su varie riviste e partecipato come paroliere alle più importanti manifestazioni musicali dell'epoca, cioè i festival canori organizzati dalla Radio Televisione Albanese. In quel periodo, partecipare a un Festival equivaleva a conquistare una montagna. Diverse canzoni con i testi scritti da me furono premiate e anche apprezzate dal pubblico. Ero anche autrice di quattro libri di poesie. Ma essere conosciuti o famosi è un concetto molto relativo. C'erano persone a cui il mio nome suonava familiare e altre no.

 

 

Finora hai ricevuto 90 premi letterari in Italia, Svizzera, America, Libano, Filippine e CINA. Cosa rappresentano per te?

 

Quando ho emigrato in Italia avevo tante insicurezze; non credevo nel potere della mia scrittura. I premi mi hanno aiutato a superare la maggior parte di loro. Quando le mie poesie furono apprezzate dalle giurie di vari concorsi, cominciai ad avere più fiducia in me stessa. È stato un processo lungo e lento. Nel 2011 ho ricevuto il primo premio al Concorso Letterario Internazionale “Napoli Cultural Classic” presieduto Anna Bruno a Napoli con la poesia “Sotto la mia maglia”. Quel riconoscimento andava oltre la mia immaginazione, mi sembrava di aver toccato il cielo. Ho iniziato ad acquisire fiducia in me stessa e a dedicarmi ancora di più all’arte della scrittura.

 

 

C'è un premio che considera più importante e che vorrebbe condividere con i lettori?

 

Ogni premio ha la sua importanza, ma vorrei condividere quello del libro "I ricordi di un medico" (edito dalla casa editrice Kimerik, 2020) scritto da me e mio padre Hasan Kurti. Il libro è stato proclamato tra i "200 libri più belli" d'Italia al Concorso Letterario Nazionale "Tre Colori" di Lenola (Latina) nel 2021. Anche se mio padre non era accanto a me a gioire di questo successo, sono stata pervasa dall'emozione. Quello mi ha avvicinato ancora di più alla sua memoria, alle sue parole, ai nostri ricordi comuni.

 

Lei è membro della giuria di diversi concorsi letterari in Italia. Può raccontarci qualcosa di questa esperienza?

 

Essere membro di giuria in vari concorsi letterari, l'ultimo dei quali è il prestigioso Premio Accademico Internazionale di Letteratura Contemporanea Seneca, presieduto dal dottor Massimo Massa e organizzato dall'Accademia delle Arti e delle Scienze Filosofiche di Bari, mi ha dato molte soddisfazioni. Prima di tutto la considero una sfida nella mia carriera letteraria. È un'esperienza nuova che mi dà la possibilità di conoscere il talento e l'ispirazione di centinaia e centinaia autori, la moltitudine delle loro emozioni e sensazioni. È un mondo che mi arricchisce.  Il fatto che io stessa partecipo a vari concorsi, mi fa sentire attenta a leggere e decifrare i sentimenti e le emozioni più profonde di altri poeti, rendendola così un'esperienza unica.

 

Lei ha tradotto 20 opere di vari autori dall'inglese all'italiano e viceversa. Cosa l'ha spinta a dedicarsi alla traduzione?

Ho iniziato a tradurre libri di altri autori nel 2019. Fino ad allora avevo tradotto decine dei miei libri in italiano e in inglese. In quel periodo ho iniziato la mia collaborazione con la casa editrice "Shkupi" della Macedonia del Nord, con il direttore Azam Dauti. La mia prima traduzione in albanese è stata l’opera: "Dialogo d'inverno", scritta dal poeta e scrittore lituano Tomas Venclova. Ho scoperto dentro di me un'altra passione, che mi ha aperto nuove porte verso nuove conoscenze e prospettive. Tradurre opere di poeti e scrittori internazionali significa costruire ponti con altre culture in tutto il mondo.

 

 

 

 

 

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