Carolyn Martin ha lavorato come professore associato di inglese, poi formatore manageriale e adesso è in pensione. Ha viaggiato dal New Jersey alla California, fino all'Oregon, alla scoperta di abeti di Douglas, di mesi di pioggia ed estati secche. Dopo aver scritto per anni articoli accademici e libri di economia, si è resa conto che la poesia è il modo in cui la sua mente interagisce con il mondo - nelle immagini, nei ritmi, nei suoni e nell'intensità del linguaggio. Si è dedicata quindi alla gioiosa sfida di tradurre l'esperienza nel minor numero di parole possibile. La sua estetica è incarnata dal commento di Jack Kerouac in Dharma Bums: "Un giorno troverò le parole giuste, e saranno semplici", e nell'affermazione di Galway Kinnell: “Per me, la poesia è qualcuno che si alza... e dice, con la più grande trasparenza possibile, cosa significa per lui o per lei essere sulla terra in questo momento.” Le sue poesie e recensioni di libri sono apparse in più di 150 pubblicazioni in tutto il Nord America, Australia e Regno Unito. Ha inoltre pubblicato sei raccolte di poesie. Carolyn Martin è attualmente editore di recensioni di libri per l'Oregon Poetry Association. LAMENTO Una modesta stella attende in silenzio sopra un paesaggio urbano, meditando cosa sarebbe potuto essere se fosse stato un dente di leone, un colibrì, persino una mosca scroccando piatti dopo che gli ospiti se ne sono andati. A che serve? Si lamenta con una gemma azzurra di passaggio quando il suo sprazzo di luce che trapela attraverso l'universo casuale viene evitato dal bagliore del cielo e nessuno alla ricerca di un sogno pensa di offrirgli un desiderio.
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