Saturno Magazine, Articolo: HIKIKOMORI

HIKIKOMORI

HIKIKOMORI

 Un Fenomeno Sociale in Crescita

Il termine Hikikomori (引きこもり), che in giapponese significa letteralmente “stare in disparte” o “ritirarsi”, è diventato un fenomeno sociale di grande rilevanza negli ultimi decenni, principalmente in Giappone, ma anche in altre società globalizzate. Questo concetto si riferisce a quelle persone, per lo più giovani, che scelgono di ritirarsi completamente dalla vita sociale, vivendo isolati nelle proprie abitazioni, spesso per lunghi periodi di tempo che vanno da pochi mesi a diversi anni. Durante questo periodo, gli hikikomori tendono ad avere un contatto minimo o nullo con il mondo esterno, rifiutando le interazioni sociali, a volte anche con i familiari. Il termine hikikomori è stato coniato per la prima volta negli anni '90 da uno psicologo giapponese, il dottor Tamaki Saito, che ha dedicato studi approfonditi su questo fenomeno. Sebbene il comportamento di ritiro sociale esista da molto tempo, è stato solo con l'inizio degli anni '90 che questo problema è stato formalmente riconosciuto come un fenomeno sociale in Giappone, dove ha avuto le sue radici. La rapida crescita del fenomeno è stata legata all'aumento delle pressioni sociali e familiari, e alla cultura di alto rendimento che caratterizza la società giapponese. La maggior parte degli hikikomori sono giovani, generalmente tra i 14 e i 30 anni, anche se il fenomeno può colpire persone di qualsiasi fascia d'età. Si tratta per lo più di individui che, a causa di un senso di inadeguatezza, ansia sociale, o esperienze traumatiche, decidono di ritirarsi dal contesto sociale e familiare, scegliendo la solitudine come unica via di fuga. Alcuni decidono di non frequentare la scuola o il lavoro, rinunciando anche a qualsiasi tipo di impegno sociale. A volte, il fenomeno dell'Hikikomori può evolvere in una condizione più grave, che porta a una totale incapacità di affrontare anche le situazioni quotidiane più banali, come fare la spesa o rispondere al telefono. Questo isolamento può essere visto come una risposta a stress psicologico, conflitti familiari, o un’incapacità di affrontare le aspettative sociali imposte. Nel corso degli anni, ci sono stati vari casi di giovani diventati noti per il loro ritiro dalla vita sociale. Un esempio è quello di un ragazzo giapponese che, dopo aver subito bullismo a scuola, ha deciso di chiudersi nella sua stanza, abbandonando ogni forma di interazione sociale. La sua storia è stata documentata in diverse pubblicazioni che hanno contribuito ad aumentare la consapevolezza riguardo il fenomeno. In alcuni casi, la figura dello hikikomori è stata anche al centro di opere artistiche e cinematografiche che hanno cercato di esplorare le cause e le implicazioni sociali di questo comportamento. Il film Hikikomori del regista giapponese Shoji Otomo, ad esempio, esplora la vita di un giovane che vive nel suo isolamento completo, analizzando l'aspetto psicologico del ritiro socialeLe ragioni dietro il fenomeno degli hikikomori sono molteplici e variano da persona a persona, ma ci sono alcuni fattori comuni che emergono. Uno dei principali motivi è la pressione sociale e familiare, che spinge molti giovani a cercare di conformarsi agli elevati standard di rendimento accademico e professionale. Il fallimento nel soddisfare queste aspettative può portare a sentimenti di frustrazione, vergogna e ansia. Un altro fattore è il bullismo, che colpisce una parte significativa degli hikikomori. In un ambiente scolastico altamente competitivo come quello giapponese, le vittime di bullismo possono sentirsi emarginate e incapaci di adattarsi, trovando nel ritiro una soluzione temporanea alla sofferenza emotiva.

Infine, la crescente digitalizzazione e l’uso di internet hanno anche avuto un ruolo. Molti hikikomori trascorrono ore su internet, dove possono connettersi con persone in modo anonimo e senza la pressione di interazioni faccia a faccia. Questo uso della tecnologia può contribuire a un isolamento fisico ma anche psicologico.

Oggi, il fenomeno dell’Hikikomori non è più esclusivo del Giappone, ma si sta diffondendo anche in altri paesi, tra cui l’Italia, la Corea del Sud e gli Stati Uniti. Nonostante ciò, l’Hikikomori rimane principalmente associato alla cultura giapponese, dove le pressioni sociali sono particolarmente intense. Per quanto riguarda le soluzioni, la situazione sta migliorando lentamente. In Giappone, sono stati creati centri di supporto psicologico specifici per gli hikikomori, dove possono ricevere aiuto professionale per affrontare il loro isolamento. Inoltre, sono stati avviati progetti di sensibilizzazione per cercare di educare le famiglie e la società a riconoscere e trattare il fenomeno prima che diventi troppo grave. Tuttavia, la soluzione non è semplice. Gli hikikomori spesso non vogliono ricevere aiuto e, in alcuni casi, non riconoscono nemmeno di avere un problema. Le soluzioni richiedono una combinazione di supporto psicologico, sensibilizzazione sociale e, in alcuni casi, interventi familiari. L’Hikikomori è un fenomeno che, seppur in crescita, resta ancora poco compreso in molte società occidentali. Comprendere le cause che spingono i giovani a ritirarsi dalla vita sociale e lavorare insieme per offrire soluzioni adeguate è fondamentale per prevenire l’isolamento e favorire una maggiore inclusione sociale. Affrontare il fenomeno dell’Hikikomori richiede un impegno collettivo, da parte di famiglie, scuole e istituzioni, per creare un ambiente che riduca le pressioni sociali e promuova l’accettazione della diversità.

 

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